Il PET - Polietilene Tereftalato - è la seconda tipologia di plastica più utilizzata in tutto il mondo. La raccolta, con il successivo trattamento di recupero, rappresenta un mercato già ben radicato in varie aree, principalmente in Europa, Stati Uniti e Giappone e oggigiorno sta prendendo il via anche in Cina.

La lavorazione tradizionale dei rifiuti in PET ha per sua natura dei limiti e comporta delle problematiche non di poco conto. Innanzi tutto il trattamento, al giorno d'oggi, avviene esclusivamente mediante processi meccanici finalizzati al riutilizzo del materiale. Il prodotto, tramite questa lavorazione, tende naturalmente a degradarsi; se a questo aggiungiamo l'eterogeneità dei rifiuti solidi in plastica e la difficoltà nel separarne i vari tipi, il prodotto finale sarà di qualità bassa.

A questo punto parte del materiale, quello più complesso e degradato, sarà smaltito in discarica o bruciato nei termovalorizzatori.

Il progetto DEMETO - Depolymerization by Microwave Technology - rappresenta forse la nuova via per il trattamento dei rifiuti in PET. Sostenuto da 13 diversi partner europei, guidati da GR3N, azienda proprietaria del brevetto, all'interno del programma Horizon 2020, offre in alternativa al classico trattamento meccanico del rifiuti, la possibilità di effettuare un trattamento di recupero chimico efficiente.

A differenza dei tradizionali metodi di trattamento chimico, poco convenienti, l'utilizzo delle micro onde richiede un costo e un tempo di lavorazione minore, ridotto da 180 a 10 minuti, con notevoli vantaggi; in particolare la possibilità di scindere la plastica nelle sue due componenti- Glicole Etilenico e Acido Tereftalico - così da poter formare nuovi polimeri vergini. Un processo che dona una vita potenzialmente infinita al PET.

La convenienza derivante da questo metodo è evidente: necessità azzerata di nuovo materiale vergine e un impatto ecologico di gran lunga minore. Secondo il Life Cycle Assesment si ha una riduzione nella produzione di CO2 e del consumo di energia rispettivamente del 60 e 68%.

Allo stato attuale, dopo una fase di sperimentazione durata tre anni, GR3N è alla ricerca di investitori per aprire un impianto pilota a grandezza naturale, per una fase che durerà tre anni.

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