Traffico illecito di rifiuti: a maggio quattro diverse operazioni
Durante il lockdown sono infatti andate avanti varie indagini e, nel corso del mese corrente, ci sono state ben quattro operazione atte a smantellare diversi traffici illeciti di rifiuti.
I primi di maggio, infatti, ci sono state ben due operazioni.
Al porto di Salerno ha avuto luogo un blitz coordinato dalla Guardia di Finanza di Salerno, con l'esecuzione dell'ordinanza cautelare, emesse dal Tribunale di Salerno, per 69 indagati. Tra i reati contestati, oltre a contrabbando e traffico internazionale di rifiuti, ci sono ipotesi di peculato, corruzione, falso, ricettazione.
Sempre a inizio mese, questa volta in Veneto, i Carabinieri del NOE di Treviso hanno arrestato 9 persone e sequestrato beni per un valore superiore al milione di euro. Un'attività di investigazione dalla durata di un anno, coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Venezia, che è riuscita a sventare un'importante organizzazione nel traffico illecito di rifiuti.
Nella seconda metà del mese, con un'operazione che ha coinvolto Carabinieri e Guardia di finanza, sono state attuate sei misure di custodia cautelare verso soggetto ritenuti responsabili di traffico illecito di rifiuti a carattere transnazionale, operazione avvenute tra le province di Gorizia, Napoli e Belluno. I sei soggetti sono accusati di aver smaltito in maniera illecita un quantitativo di circa 4.500 tonnellate di rifiuti speciali, balle reggiate di un metro cubo di rifiuti in plastica, all'interno di alcuni capannoni; coinvolte anche alcune ditte di trasporti slovene.
E ancora, il 27 maggio, è partita una nuova operazione per contrastare il traffico di rifiuti. I Carabinieri del NOE di Milano, coordinati con i Comandi Provinciali dei Carabinieri provinciali, hanno scoperto un'organizzazione che avrebbe smaltito illegalmente, probabilmente in discariche abusive, un quantitativo di rifiuti quantificabile in circa 23.000 tonnellate, provenienti dal Nord Italia. Tra le regioni coinvolte ci sono: Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Calabria, Sicilia.
I danni provocati da queste attività illecite sono difficili da quantificare. Oltre al danno ambientale, già di una certa entità, il danno per il mancato recupero della materia smaltita illegalmente è ingente. Perché l'economia circolare passa anche attraverso la corretta gestione del rifiuto e, senza una gestione adeguata, tutti gli sforzi fatti fino ad oggi rischiano di essere stati vani.
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