Il modello di economia lineare prevedendo un uso illimitato delle risorse e non considerando l’impatto delle attività antropiche comporta:

  • Accelerazione di fenomeni come la perdita di biodiversità e di interi ecosistemi;
  • Inquinamento;
  • Aumento delle risorse naturali non supportate da aumento della biocapacità;
  • Maggiore volatilità e aumento dei prezzi delle materie prime e delle risorse naturali.

 

Nel modello di economia circolare le aziende, per far fronte ai rischi sopra esposti, modificano il business attuale per rendere le proprie attività sempre meno dipendenti dalle risorse naturali e dalle materie prime. I processi produttivi e i materiali utilizzati devono essere assimilati agli elementi naturali e quindi essere in grado di rigenerarsi.

La realtà produttiva attuale è ancora lontana dalla «chiusura del ciclo», ovvero dalla capacità di rigenerare, recuperare e riciclare tutto ciò che verrebbe scartato. Usare le risorse disponibili a cascata significa usare lo scarto di un prodotto come nuovo input per creare produttività e reddito.

La creazione del valore si può ottenere con l’utilizzo della materia in cicli successivi appartenenti a settori industriali del tutto diversi.

Attraverso la costruzione di una rete di organizzazioni interoperanti è possibile fare in modo che lo scarto dell’una possa diventare input dell’altra con un’ottimizzazione dei flussi, siano essi di materia o di energia.

Per concretizzare, nelle organizzazioni, i principi dell’economia circolare la British Standard ha pubblicato nel maggio 2017 la prima norma ufficiale, riconosciuta a livello internazionale, per l’economia circolare denominata BS 8001


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